Nelle foto con lunghe esposizioni, come ad esempio, nei paesaggi notturni si può ovviare a questo problema esponendo in maniera diversa il cielo, più luminoso dal paesaggio in primo, normalmente più scuro. E' una tecnica che deriva dalle manipolazioni che si facevano in camera oscura, con le quali si compensava la diversa esposizione di alcune aree del negativo. Ad esempio, se abbiamo calcolato che l'esatta esposizione del paesaggio in primo piano è di 30s, mentre il cielo necessità di soli 10s, provvedermo a mascherare con una mano coperta da un guanto nero il cielo per 20s. La mascheratura deve essere effettuata muovendo rapidamente la mano davanti all'obiettivo (senza toccarlo) per evitare che si creino aloni, per la sola zona dell'inquadratura interessata dal cielo. Più facile a farsi che a dirsi!
Si tratta di una tecnica che permette di risolvere, limitatamente ad alcune situazioni, uno dei classici problemi che si presentano in fotografia, cioè la presenza nell'inquadratura di zone diversamente illuminate. In pratica se la gamma dinamica di una scena è molto elevata, con la presenza di zone diversamente illuminate, la pellicola, così come il sensore possono non essere in grado di rendere i dettagli in modo corretto nell'immagine prodotta. Questa capacità della pellicola o del sensore di rendere la gamma dinamica si chiama latitudine di posa. Per fare un esempio, esponendo correttamente il cielo, normalmente più illuminato, si perdono i dettagli degli oggetti in primo piano che sono meno illuminati.
Nelle foto con lunghe esposizioni, come ad esempio, nei paesaggi notturni si può ovviare a questo problema esponendo in maniera diversa il cielo, più luminoso dal paesaggio in primo, normalmente più scuro. E' una tecnica che deriva dalle manipolazioni che si facevano in camera oscura, con le quali si compensava la diversa esposizione di alcune aree del negativo. Ad esempio, se abbiamo calcolato che l'esatta esposizione del paesaggio in primo piano è di 30s, mentre il cielo necessità di soli 10s, provvedermo a mascherare con una mano coperta da un guanto nero il cielo per 20s. La mascheratura deve essere effettuata muovendo rapidamente la mano davanti all'obiettivo (senza toccarlo) per evitare che si creino aloni, per la sola zona dell'inquadratura interessata dal cielo. Più facile a farsi che a dirsi!
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Se vi trovate nel periodo che va da ottobre ad aprile ad una latitudine nord superiore a 63° oppure a sud (beati voi che siete in Antartide!) vi consiglio di dare un occhiata verso l'alto di notte perché, se il cielo è libero dalle nuvole, avete serie possibilità di assistere a questo meraviglioso fenomeno naturale. Non sto qui a dilungarmi sulla fisica del fenomeno, vorrei solo condividere le informazioni che ho acquisito e che ho cercato di mettere in pratica in pratica in Norvegia lo scorso anno. SCEGLIERE IL POSTO GIUSTO Aurora boreale nei dintorni di Tromsø Una foto scattata verso il cielo senza un paesaggio che gli faccia da contorno raramente risulterà gradevole, per quanto spettacolare possa essere il fenomeno dell'aurora. Forse la cosa più difficile è proprio scegliere il posto giusto e trovarsi li al momento giusto. Ma questa sembrerà un ovvietà a qualsiasi fotografo! In Norvegia, durante il giorno ci spostavamo da un posto all'altro. Io cercavo di individuare, nei pressi del luogo dove avremmo passato la notte, uno scorcio interessante. Purtroppo le cose non vanno sempre come si vorrebbe. Innanzitutto noi abbiamo trovato una situazione meteorologica pessima. Pioggia, bufere di neve e in genere cielo pesantemente coperto sono state all'ordine del giorno. In una settimana passata a Tromsø e dintorni il cielo si è aperto solo la sera in cui dovevamo prendere la nave per spostarci alle Lofoten. Stavo andando all'aereoporto a riconsegnare l'auto presa a noleggio quando ecco che il cielo si apre e intravedo dallo specchietto posteriore la tanto desiderata aurora! Mi fermo, monto la macchina rapidamente sul treppiedi, imposto i parametri di scatto che avevo in mente, finalmente scatto e l'aurora è ancora li anche se per poco. Questa sopra è l'immagine migliore che sono riuscito ad ottenere. Il file originale è sovraesposto, ma trattandosi di un RAW, ho potuto recuperare qualcosa in post produzione. Nella fretta avevo lasciato le luci dell'auto accese e i fanali posteriori hanno colorato di rosso gli alberi e la neve. Dalla neve sono riuscito a togliere la dominante rossa, ma è rimasta visibile sugli alberi. Qui le impostazioni erano 12-24mm @ 12mm 25 sec, f/4 ISO: 3200. Stamsund: il traghetto Hurtigruten per Bodo Solo alle Lofoten abbiamo avuto la possibilità di appostarci in un luogo che avevamo scelto in precedenza perché ci sembrava interessante. Anche qui abbiamo trascorso una settimana, ma solo una notte il cielo si è aperto quel tanto da permetterci di vedere l'aurora boreale. Un occasione che non potevamo lasciarci scappare. Dopo cena ci siamo trasferiti da Nusfjord alla spiaggia di Skagsanden, che avevamo notato durante il giorno per via di alcuni surfisti incuranti del gelo. Della casualità della prima occasione ho già detto e la terza è avvenuta in modo del tutto simile, proprio all'ultimo momento, pochi minuti prima di prendere la nave che ci avrebbe riportato a Bodo e di li a casa. ATTREZZATURA FOTOGRAFICA Se disponete solo di una compatta, vi consiglio di lasciar perdere e di godervi la vostra aurora senza altri pensieri. Avete infatti bisogno di una macchina fotografica che vi consenta di effettuare lunghe esposizioni con un sensore di dimensioni adeguate che produca poco rumore quando ne sfruttate la sensibilità. Naturalmente è possibile fotografare l'aurora boreale anche con una macchina analogica e molte di queste indicazioni potranno esservi utili comunque. Io ho una Canon 60D ma meglio ancora sarebbe poter disporre di una DSLR con un sensore full frame e non APS-C. Indispensabile è un buon treppiedi, che sia in grado di sostenere senza vibrazioni la macchina per parecchi secondi, anche in presenza di vento. Poi serve un obiettivo grandangolare luminoso che vi consenta di inserire nella vostra composizione, oltre a degli elementi da primo piano, anche una buona porzione di cielo. Consiglierei un grandangolo da 20 mm in giù. In norvegia disponevo di un Tokina AT-X 124 AF PRO DX f/4, un'ottima lente ma in realtà non sufficientemente luminosa per questo genere di foto. Dovrebbe essere migliore il Tokina AT-X 116 PRO DX f/2.8. Se disponete di una full frame, lo Zeiss Distagon 21mm f/2.8 ZE è forse la migliore lente in circolazione in questo momento. Altro obiettivo di grande qualità è il Nikon 14-24mm f/2.8. Volendo risparmiare invece il Samyang/Rokinon 14mm f2.8 dovrebbe fornire comunque risultati soddisfacenti. Da notare che, secondo Ken Roclwell, il Tokina AT-X 116 PRO DX f/2.8 può essere utilizzato anche su camere full frame ad una focale di 16 mm pur soffrendo di una certa perdita di nitidezza agli angoli. Molto utile è anche uno scatto remoto, in mancanza del quale, si può utilizzare la funzione di autoscatto breve di 2 secondi, di cui sono dotate tutte le reflex. FILTRI UV Una cosa importante da ricordare è togliere eventuali filtri UV dalla lente in quanto la radiazione solare produce, passando attraverso il filtro, dei cerchi concentrici che non sono molto belli da vedere. IMPOSTAZIONI DELLA FOTOCAMERA Per evitare il micromosso, come in tutte le lunghe esposizioni, è bene attivare la funzione che permette di attivare blocco dello specchio prima che venga aperto l'otturatore. Per quanto riguarda le impostazioni della fotocamera, in particolare tempo di esposizione e sensibilità, non esistono valori predefiniti in quanto le condizioni di luce possono variare a causa di diversi fattori, quali ad esempio la presenza della luna. La luminosità dell'ambiente può variare notevolmente anche per la presenza o meno della neve. Skagsanden beach Per fare un esempio, fornisco i dati EXIF di questa foto, scattata vicino Flakstad, sulla spiaggia di Skagsanden, in presenza di una luna di circa 2/4 e con un paesaggio innevato: Tokina 12-24mm @ 12mm - 15 sec, f/4 - ISO: 1600. E' chiaro che se avessi avuto a disposizione un obiettivo f/2.8, avrei potuto tirare di meno il collo al sensore e impostate gli ISO ad 800, oppure scattare ad una velocità superiore per congelare in modo più efficace il movimento dell'aurora. Quindi le impostazioni variano a seconda dell'attrezzatura a disposizione. Quella rappresentata nella foto era una situazione in cui la notte era particolarmente luminosa. Ma ci si potrebbe benissimo trovare in situazioni in cui la luminosità ambientale richiede tempi di esposizioni più lunghi o ISO più alti. In ogni caso è sconsigliabile utilizzare tempi troppo lunghi in quanto l'aurora si muove con una certa velocità per cui il risultato sarebbe quello di un alone verde indefinito non molto gradevole. La messa a fuoco va impostata su manuale e all'infinito. Il mio Tokina ha la messa a fuoco all'infinito esattamente alla fine della rotazione della ghiera, ed è facile da impostare. Questo non vale con tutte le lenti per cui è bene fare delle prove per conoscerne in anticipo il comportamento. Mi sembra quasi inutile aggiungere che è indispensabile scattare in RAW, per poter intervenire in maniera più efficace in post produzione e correggere eventuali problemi che si sono verificati in fase di scatto. |
AutoreSono nato a Roma, città in cui ho sempre vissuto. Forse per questo, appena ne ho la possibilità, cerco di fuggire per andarmene all'aria aperta a contatto con la natura. In montagna, ma non solo... Categorie
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August 2013
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